Interview: Lumen Festival

Come vi abbiamo già segnalato, e come potete notare anche dal banner che abbiamo sulla colonna destra, dal 21 al 25 giugno si svolgerà la quinta edizione del Lumen Festival, all’interno dei Giardini Salvi di Vicenza. Abbiamo voluto sapere dagli organizzatori qualcosa in più su questa manifestazione in costante crescita, tra storia, evoluzione e retroscena. Ecco le loro risposte.

Siete alla vostra quinta edizione: qual è, secondo voi, l’elemento di maggior continuità nel vostro percorso e quello in cui vi siete maggiormente evoluti?
Paradossalmente nel nostro percorso l’elemento di maggior continuità è proprio la ricerca di elementi nuovi per continuare a evolverci. Ci viene naturale proporre al nostro pubblico un’offerta sempre rinnovata, e le novità permettono al nostro festival di mantenersi sempre giovane e moderno.

Sicuramente, un tratto comune delle vostre lineup è quello di proporre musica tendenzialmente da ballare, e ho l’impressione che oggi questo tipo di proposta sia molto più popolare rispetto a quando avete iniziato. Vi sentite dei precursori?
Precursori no, però quando abbiamo iniziato sentivamo un forte interesse nella nuova musica da ballo così ci siamo staccati dalla solita “festa rock estiva” e abbiamo creato una nuova tipologia di evento. Lumen deriva anche dal nostro voler “puntare un faro” su cose, ambienti e trend che ci piacciono ma che ancora non sono così diffusi nel nostro paese.

Non sono mai stato al vostro festival, ma fin dal nome si capisce l’importanza delle istallazioni luminose. volete dirmi qualcosa in più?
Quest’anno la scenografia sarà spettacolare più che mai. Avremo un nostro totem led in mezzo al parco, un tendone da circo, e una serie di zone relax / aperitivo ognuna con un proprio tema visivo. Ci saranno altre installazioni luminose grazie alle quali la modernità si amalgamerà a un contesto molto più classico. È una cosa che abbiamo visto fare nei musei d’arte contemporanea più importanti d’Europa, e abbiamo voluto importare il concept riadattandolo al nostro festival.

Vedo anche che ci sono stati diversi cambi di location, pensate che quella di ora sarà la stessa per un po’ o siete sempre alla ricerca di miglioramenti anche da questo punto di vista?
La location di quest’anno è una meraviglia del 1600, e poterci fare una manifestazione ci ricorda (in piccolissimo) i festival internazionali nel cuore delle metropoli come il “Field Day” di Sydney, che è nel parco botanico della città, circondato da palazzi. I miglioramenti sono parte del nostro modo di pensare al festival, ma per ora ci teniamo stretta questa splendida soluzione. Inoltre il successo delle scorse edizioni ci ha permesso di crescere anno dopo anno aumentando la fiducia nei nostri mezzi e la forza delle nostre idee.

Quasi ogni festival ha il classico nome che insegue da anni senza mai riuscire a portarlo, ce l’avete anche voi? Se sì, potete anche non dirmi chi è se volete…
Lo sveliamo, gli M+A. È dal 2014 che ci proviamo. Speriamo siano il primo nome da mettere nel cartellone per il 2018.

Un festival in crescita come il vostro e che si svolge sempre in posti molto centrali ha probabilmente un buon rapporto con le istituzioni locali, se volete potete parlarcene.
L’amministrazione che si è insediata a Vicenza, che è veramente giovane, ha dato molta attenzione alla nostra realtà anche se all’inizio era minuscola. Si è creato così un rapporto di fiducia reciproca sfociato nell’assegnazione dei Giardini Salvi, protetti dalla sovrintendenza dei beni culturali, come location per il Lumen. Gli stessi amministratori li abbiamo trovati per molte sere all’interno del festival, senza aspettarceli e non per dovere istituzionale. Ci piace vedere che riusciamo a far divertire le persone, e se anche quest’anno ci riusciremo allora potremmo provare qualche azzardo maggiore per l’edizione 2018.

Vi piace andare in giro per i festival più popolari all’estero per prendere spunti da loro? Pensate che un giorno ci sarà la possibilità di organizzarne uno dalle dimensioni così grandi in Italia?
Ci piace tantissimo girare infatti appena smonteremo il Lumen voleremo in Belgio per assistere al Rock Werchter. Organizzare grandi eventi in Italia è molto difficile, basta pensare alle difficoltà logistiche, burocratiche ecc. ecc. Siamo dell’idea che dovremmo valorizzare posti di alta attrazione artistica, senza voler per forza ragionare sulla massa, concentrandoci sempre sulla ricerca di talenti dagli ambienti più underground.

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