L’etichetta risponde – Dischi Mancini

Questa settimana parliamo con Federico di Dischi mancini, giovanissima realtà che si affaccia al mercato italiano con le idee chiare, ecco cosa hanno in mente:
1)Come e quando e’ nata la vostra etichetta?
R. Dischi Mancini e’ nata nel Marzo di quest’anno, e’ quindi giovanissima. Ho avuto la fortuna di vivere e lavorare a New York per diversi anni e l’etichetta e’ nata per il desiderio di portare in Italia l’esperienza fatta la, sia per quanto riguarda il modo di lavorare sia per l’approcio alla musica. E poi mi piaceva l’idea di poter seguire tutto il processo creativo dallo studio alla stampa, che facciamo rigorosamente su vinile.
2)Che metro usate per il reclutamento delle band? Vi siete posti dei limiti sui generi da considerare?
R.Ci sono tanti fattori che prendiamo in considerazione ma prima di tutto ci deve piacere la musica che fanno! Pero’ essendo una piccola realta’, piu’ che un’etichetta noi ci consideriamo una famiglia allargata ed e’ quindi molto importante che ci sia anche un buon feeling. Poi naturalmente prendiamo in considerazione l’aspetto live e il potenziale di sviluppo, dopottutto far uscire un disco e’ un impegno di tempo ma anche economico.
Non li definirei proprio dei limiti ma crediamo importante che l’etichetta abbia un’identita’ precisa e riconoscibile.
3)Curate tutti gli aspetti di un artista/band (live/grafica/registrazioni/produzione…)?
R. Si, l’etichetta ha un suo studio di appoggio (Blend Noise, Milano) che offre la parte di registrazione e produzione, e seguiamo gli artisti nei loro live.
Abbiamo inoltre diversi collaboratori tra cui grafici per le copertine, stampatori per il merch ed i vinili, e diversi studi per foto e video etc. Ci appoggiamo inoltre a vari uffici stampa cercando quello piu’ adatto all’artista.
Naturlamente tutte le decisioni vengono prese insieme alla band.
4)Che altre etichette internazionali e nazionali apprezzate?
R. Comincio dalle nazionali perche’ ce ne sono tante che stanno facendo un lavoro eccellente e stanno producendo dischi bellissimi che finalmente cominciano ad essere apprezzati anche all’estero. In ordine sparso: INRI, Picicca, 42Records, Foolica solo per dirne alcuni.
All’estero ci sono realta’ interessantissime tra cui Adrian Recording o Ingrid in Svezia; Dead Ocean, SUBPOP e JAGJAGWAR in America; Glassnote, 4AD in UK e Morrerecords in Germania.
5)Cosa significa essere un’etichetta indipendente ?Che differenza c’e’ tra voi e una major?
R. Credo che essere un’etichetta indipendente significhi avere un rapporto piu’ diretto e genuino con la musica ed i musicisti. Un po’ come la differenza che c’e’ tra andare in un piccolo negozio o al supermercato.
6)Economicamente rientrate dei costi di produzione degli album o dovete puntare sulle esibizioni live?
R. Va da caso a caso, anche se essendo nati da cosi poco e’ difficile fare un bilancio realistico.
7)In quanti ci lavorate ?
R. Siamo in tre a lavorarci a tempo pieno piu’ diversi collaboratori.
8)Come e’ cambiato il ‘fare il discografico’ da quando avete iniziato?
R. Sinceramente e’ un po’ presto per dirlo.
9)Il web vi aiuta o vi ostacola?
R. E’ innegabile che  il web sia una risorsa incredibile, ma allo stesso tempo l’idea da cui nasce l’etichetta e’ proprio quella di (ri)partire dai rapporti umani, da una visione “analogica” del fare e far ascoltare musica.
10)Come sono i rapporti con i canali ‘tradizionali’ tipo le radio(anche web) o la televisione? Riuscite a far ‘passare’ i vostri artisti?
R. Si ci riusciamo anche se i grandi Network sono ancora irraggiungibili. Ma ci stiamo lavorando!
11)Cosa ascoltate quando non lo dovete fare per lavoro?
R. Tanta, tanstissima musica di tutti i generi e provenienze!
12)Tre vostre uscite da non perdere nei prossimi mesi.
R. Il nuovo disco di Orfeo, il disco dei Senhal e un paio di sorpresine che ancora non possiamo svelarvi.

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